giovedì 17 dicembre 2009

Le norme CEI e la sicurezza delle persone e delle cose

Nelle norme CEI troviamo indistintamente le prescrizioni relative alla sicurezza delle persone insieme a quelle relative alla conservazione dei beni, alle prestazioni e alla funzionalità degli impianti elettrici e dei componenti elettrici.
Il mancato rispetto dei contenuti delle norme CEI è soggetto pertanto a ben diverse valutazioni a seconda dei disposti non osservati. Tale mancato rispetto delle norme CEI non si configura pertanto sempre con la presenza di inadeguati apprestamenti di difesa della salute delle persone, come invece spesso più o meno consapevolmente si lascia intendere. Questo aspetto non è tenuto in debito conto ogniqualvolta si esamina /controlla un impianto elettrico o una apparecchiatura elettrica. Ad un tale comportamento possono conseguire importanti errori di valutazione in termini di attribuzione di responsabilità e di obblighi, in quanto si può attribuire valenza di sicurezza ad aspetti che invece ad essa non sono direttamente legati, ma attengono invece alle prestazioni, alla funzionalità, alla convenienza, cioè a caratteristiche riferibili di massima alle clausole contrattuali dei rapporti.
Si chiede pertanto ai competenti organi statali di invitare il Comitato Elettrotecnico Italiano a distinguere nei documenti pubblicati e da pubblicare quali articoli/disposti riguardano la sicurezza e quanti invece ad altri aspetti.

lunedì 2 novembre 2009

NORMA CEI 81-10/2 IMPROPONIBILE

In questo stesso "BLOG DELL'ING. TEDESCHI GIANCARLO" nei post del 9 dicembre 2008, dell'1 e del 20 novembre 2008 abbiamo affermato che l'impianto di verifica proposto dalla norma CEI 81-10/2 sulla necessità del parafulmine è inconsistente.
Informiamo gli interessati ad un eventuale approfondimento/verifica che un dettagliato articolo in proposito è stato pubblicato sul numero 14 di quest'anno della rivista Il Giornale dell'Installatore Elettrico ( Reed Business InfomationEditore - MI ). A distanza di più di un anno dalla sua stesura l'articolo forse meriterebbe da parte nostra qualche dovuto ritocco, ma la sostanza dell'approccio e i risultati sono inconfutabili !
Sollecitiamo un dibattito di approfondimento.

lunedì 19 ottobre 2009

GUIDA CEI 17-97/1 - Selettività delle protezioni. Quale consenso?

GUIDA CEI 17-97/1 – Selettività delle protezioni. Quale consenso ?
Già nel 2008 è avvenuta la pubblicazione della Guida CEI 17-97/1 per la scelta delle protezioni contro il cortocircuito negli impianti industriali a bassa tensione a partire dalle caratteristiche nominali di cortocircuito. Oggi viene posto in inchiesta pubblica il testo originale inglese della parte seconda, che tratta la selettivita' nelle condizioni di sovracorrente tra dispositivi di apparecchiature di manovra e di comando a bassa tensione. Come già la prima parte, anche la seconda parte riprende le definizioni dei termini applicabili. Questa inoltre fornisce esempi di verifica della selettivita' con lo scopo di : a) evitare distacchi di alimentazione non dovuti a cattiva progettazione con costi impropri; indicare soluzioni piu' economiche di ridotta selettivita', quando giustificato.
Abbiamo colto con molto interesse il passo compiuto dal CEI di voler proporre in inchiesta pubblica il nuovo documento non per un mese, come forse dovuto, ma per ben due mesi. Infatti così ho letto:
"Visto l'interesse con cui era stato accolto il progetto in inchiesta pubblica della parte prima, che aveva ricevuto interessanti osservazioni poi recepite nella pubblicazione ufficiale CEI, anche questa parte seconda rimane disponibile sul sito CEI per un periodo di due mesi, in modo che ne sia possibile la lettura dal maggior numero possibile di interessati."
Mentre ci complimentiamo con il CEI per la felice iniziativa, non possiamo non ricordare che se veramente il CEI avesse a cuore o meglio volesse dimostrare di avere a cuore il contributo di un commento del maggior numero possibile di interessati ad un licenziamento partecipato del testo definitivo della guida, lo stesso si dovrebbe sforzare : a) di presentare al pubblico nazionale il testo tradotto in italiano, b) di consentire agli interessati ad un commento di stampare i documenti, in quanto a tutti sicuramente non possono sfuggire le difficoltà che si incontrano ad intervenire con delle note a margine sui documenti disponibili solo a video.
Solo un simile atteggiamento del CEI testimonierebbe una sua vera apertura al consenso e alla trasparenza nella conduzione del processo di sintesi dei contenuti normativi, rispondendo così alla sua natura istitutiva.

venerdì 9 ottobre 2009

Commenti alla norma CEI 0-15

Ho sostenuto con validi argomenti più volte che si ha la sensazione, quasi la certezza, che alcuni costosi documenti pubblicati dal CEI siano stilati da una unica persona e che non subiscano revisione alcuna da parte di altri esperti prima delle loro pubblicazione.
Ho dovuto procurarmi e leggere per lavoro la costosa norma CEI 0-15, Manutenzione delle cabine elettriche MT/BT dei clienti finali/utenti. Nella prefazione ho notato due errori. Si sa che gli errori possono sfuggire a tutti e siamo i primi a commetterli. Per questo nel mio studio i documenti da licenziare vengono di solito sempre letti da una seconda persona, proprio per evitare che errori banali possano sfuggire. Sembra però di notare, e non è come ho già detto la prima volta, che documenti del CEI siano pubblicati senza che una seconda persona li legga e li corregga. Non può essere infatti che un tecnico di normali capacità e competenze non si avveda che nelle prime sei righe della prefazione sono presenti ben due errori.
Ecco il testo della prefazione: " La presente Norma è stata preparata per prevenire guasti nelle cabine MT/BT dei clienti/utenti finali che potrebbero essersi determinati, per carenza o assenza di adeguata manutenzione, alle apparecchiature e ai componenti dei relativi impianti elettrici ed agli edifici che li ospitano. Si premette, inoltre, che le cabine elettriche considerate nella presente Norma sono quelle costruite secondo la regola dell’arte, ovvero secondo le Norme CEI pertinenti ed in vigore all’epoca della loro costruzione."
Ecco gli errori. La ‘consecutio temporum’ del primo periodo è errata, se non inappropriata. Il secondo grave errore, in cui i normatori nella stesura di altri documenti sono già incorsi, è quello di confondere o meglio di considerare equivalente la regola d’arte alle norme CEI, quando si sa, perché la legge 186/68 esplicitamente lo dichiara, che la regola d’arte è nettamente superiore alle norme tecniche del CEI.
Un terzo errore sarebbe quello di attribuire un alone di divinità alle norme tecniche, tanto da scriverne il nome con la lettera maiuscola. Non credo che all’estero si faccia niente del genere e che ciò giovi ad acuire lo spirito critico dei tecnici, invece auspicabile.
Se ne avremo il tempo commenteremo in futuro anche altri passi della norma.

martedì 29 settembre 2009

NUOVA NORMA CEI EN61439, CEI 17-13; QUALE CONSENSO?

Ringraziamo la Bticino per aver organizzato un importante incontro tecnico di aggiornamento a Padova il giorno 29 settembre ’09. Abbiamo ascoltato con particolare interesse la relazione dell’ing. Costantino Passera, presidente del SC17D del CEI, sui contenuti della nuova norma (di prossima pubblicazione ) EN 61439 ( CEI 17-13 ), che tratta dei quadri elettrici di bassa tensione.
A nostra precisa domanda il relatore ha cortesemente confermato che la pubblicazione ufficiale della nuova norma EN 61439 non sarà preceduta dalla pubblicazione del testo sul sito del CEI in inchiesta pubblica, come avviene di regola per le norme e per le guide non armonizzate, cioè per la tipologia di documenti destinata con il tempo a sparire.
Cade, a nostro parere, pertanto per tutti i documenti normativi, il cui recepimento avviene da un contesto europeo (CENELEC) o mondiale (IEC), almeno per noi utilizzatori della norma la possibilità, già di per sè molto compromessa, di intervenire con osservazioni, se appropriate, sulla stesura del testo definitivo.
Pur rendendoci conto delle oggettive difficoltà che si possono incontrare a gestire la prassi in maniera diversa, non possiamo non concludere che più le norme assumono valenza internazionale, nell’indifferenza generale più si perdono i requisiti di trasparenza e di consenso, sui quali si fonda l’autorità e l’autorevolezza del CEI.
A nessuno sfugge il pericolo che i documenti normativi nella loro sostanza più nascosta rispondano in futuro sempre più agli interessi delle società multinazionali che a quelli veri degli utenti.
Ritengo per concludere che sia il caso di intervenire tempestivamente, chiedendo che le procedure in vigore presso il CEI siano modificate per garantire il rispetto delle regole.

lunedì 31 agosto 2009

UN ERRORE NELLA NORMA CEI 11-35 ? Norme CEI e regola d'arte

UN ERRORE NELLA GUIDA CEI 11-35 ?

Se ho ragione l’indicazione di una sezione pari 28 mmq, che la guida CEI 11-35, Guida all'esecuzione delle cabine elettriche d'utente, a pag. 52 della prima edizione, propone sufficiente per la tenuta al corto circuito del cavo di alimentazione di un trasformatore a valle dell’interruttore generale di una cabina di trasformazione MT/BT, può risultare invece non appropriata, quindi non a regola d’arte e anche pericolosa.
Saremmo di fronte ad un esempio di impianto progettato secondo una regola dedotta da una norma CEI vigente, ma non a regola d’arte. Infatti non è sufficiente progettare secondo le norme CEI, per definire tale attività a regola d’arte, se una dovuta e quasi banale considerazione sulle ipotesi di lavoro non consente l’applicazione della regola proposta, pur anche se da fonte autorevole.
La verifica eseguita dalla norma CEI 11-35 non tiene conto infatti che l’energia dissipata va calcolata tenendo conto anche del transitorio della corrente di guasto, il cui contributo visti i modesti tempi da considerare ( 100 ms ) e il basso valore del cosfi ( 0,1 ) della rete, che alimenta il guasto, non risulta trascurabile.
C’è da chiedersi come sia possibile che gravi errori possano trovare spazio presso importanti documenti normativi. La risposta è semplice, ma, non so perché, tutti hanno timore di darla.

venerdì 1 maggio 2009

PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI, A CHI L'ONERE? norma CEI 64-8

Nel progetto di norma del Comitato Elettrotecnico Italiano C 999 ( norma CEI 64-8 ) si orienta il mercato a scaricare sugli utenti i costi della protezione degli impianti elettrici contro le sovratensioni dovute ai fulmini ( Allegato A, primo capoverso ).
Qualche anno fa l’Enel fu condannata presso un tribunale della nostra repubblica per non aver adeguatamente protetto dai fulmini la linea di alimentazione di una utenza, che per tal motivo fu vittima di un incendio.
Domanda: ma chi le fa le norme tecniche, forse l’Enel ?

lunedì 27 aprile 2009

INCONTRO TECNICO CON IL CONTRIBUTO DI DEHN ITALIA NORMA CEI 81-10 e VARANTE V1

Avrà luogo il pomeriggio del 21 maggio 2009 presso la sede dell'Ordine degli Ingegneri della provincia di Padova, organizzato dal Gruppo Elettrico del Collegio degli Ingegneri di Padova un incontro tecnico sulla norma CEI 81-10 a qualche anno dalla sua pubblicazione, sulla importante corrispondente variante V1(2008 ) e sul progetto di norma CEI 64-8 relativo alla protezione contro le sovratensioni atmosferiche attualmente in inchiesta pubblica.

sabato 11 aprile 2009

NORMA CEI 64-8, PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI, n. 2

Con il progetto C 999 relativo alla norma italiana CEI 64-8 presentato in inchiesta pubblica con scadenza 30 settembre 2008 nella parte 4, che tratta le prescrizioni della sicurezza, si dà corpo alla sezione, la 443, dedicata alla protezione degli impianti elettrici contro le sovratensioni di origine atmosferica o dovute a manovre". Esso segue la pubblicazione di un documento CENELEC HD 60364-4-443.
Le nuove disposizioni si occupano praticamente solo delle sovratensioni transitorie trasmesse dal sistema di alimentazione elettrica.
Ad una prima lettura si nota con un certo sconcerto che, mentre la norma CEI 81-10 considera come utile ai fini di trasferire sovratensioni pericolose all’impianto in esame il tratto di linea esterna fino "al primo nodo" che si incontra, la nuova norma ( CEI 64-8 ) non richiama più questa precisazione e rimanda ad un nuovo criterio la determinazione della necessità di dover provvedere o meno all’installazione della protezione, cioè degli SPD. Il nuovo criterio è definito "convenzionale" e relativo "al caso peggiore".
La situazione a nostro avviso si sta complicando moltissimo e comincia a sfuggire di mano il senso di quanto si va a prescrivere, che già con la norma vigente CEI 81-10 appariva spesso poco chiaro. Certamente tanti sono i dubbi e le domande che il nuovo testo suggerisce. Nell’immediato si chiede come mai è sparito il richiamo alla presenza del "primo nodo" della linea di alimentazione a limitare la valutazione del rischio?

venerdì 10 aprile 2009

NORMA CEI 64-8, PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI, n. 1

Con il progetto C 999 relativo alla norma italiana CEI 64-8 presentato in inchiesta pubblica con scadenza 30 settembre 2008 nella parte 4, che tratta le prescrizioni della sicurezza, si dà corpo alla sezione, la 443, dedicata alla protezione degli impianti elettrici contro le sovratensioni di origine atmosferica o dovute a manovre, prima solo "allo studio". Esso segue la pubblicazione di un documento CENELEC. Il documento per la parte che tratta l’argomento delle sovratensioni sembra occuparsi solo di quelle trasmesse da un sistema di alimentazione elettrica e di quelle di manovra e non di quelle dovute a fulminazioni dirette o che accadono nelle vicinanze.
Abbiamo scorso le 25 pagine del progetto che trattano l’argomento e abbiamo ricavato l’impressione che si prospetti una netta sovrapposizione tra i suoi contenuti e quelli già presenti nella norma CEI 81-10, che ci prefiggiamo di verificare in un prossimo futuro con attenzione.
La non stampabilità del documento presentato nel sito del CEI e il breve intervallo di tempo, nel quale esso rimane a disposizione degli utenti per un eventuale esame, non promuovono certo la raccolta di commenti e di osservazioni, che a parole ci si prefigge di favorire.

venerdì 27 febbraio 2009

GUIDA CEI 31-35, nuova Variante all'applicazione della norma CEI EN 60079-10, quanto si cerca il consenso?

Non pare proprio che il CEI, Comitato Elettrtecnico Italiano, voglia facilitare il compito dei volenterosi interessati ad esprimere il proprio parere sui contenuti delle modifiche che si intende apportare al documento già in vigore: Guida all'applicazione della norma CEI EN 60079-10 ( CEI 31-30 ). Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori e nebbie infiammabili.
Possibile che non ci si renda conto che le scritte a caratteri cubitali "Progetto in inchiesta pubblica" inserite in numero di ben tre per ogni pagina, si sovrappongono al testo del documento rendendolo di non immediata lettura se non, qualche volta, di dubbia lettura, e non aiutano certo lo studioso o comunque il curioso a concentrarsi sul preciso significato di quanto legge e di quanto deve giudicare.
Non basta inserire la scritta una sola volta senza limitare la possibilità di leggere agevolmente il testo da studiare?
Quanto osservo dimostra che al CEI poco importa il consenso di cui ama tanto vantarsi.
Spero in un pronto ravvedimento .

domenica 18 gennaio 2009

SPD, INSTALLAZIONE PERICOLOSA ? LA Norma CEI 81-10 non esaurisce il problema, n.2

Seguito del POST "SPD, INSTALLAZIONE PERICOLOSA? La norma CEI 81-10 non esaurisce il problema, n.1".
Non solo le regole di installazione degli SPD sono complicate e poco conosciute, ma anche le indicazioni che ci pervengono da fonti autorevoli possono risultare tra loro in contraddizione.
Ad esempio sul manuale di una società importante, che preferiamo non citare, solo un po' datato, abbiamo letto : "La protezione dalle sovratensioni deve essere opportunamente ripetuta sui quadri derivati, specialmente se distano dalla prima protezione più di 30-40 m".
In un prezioso testo a firma di G.B. Lo Piparo e G. Carrescia, dal titolo PROTEZIONE DALLA SOVRATENSIONI ( ediz. Tuttonormel - TO ) abbiamo letto "Le apparecchiature di bassa tensione sono sempre sottoposte ad una sovratensione almeno doppia del livello di protezione effettiva Up/f dell'SPD da cui dovrebbero essere protette, a meno che l'SPD non sia installato entro qualche metro dai morsetti dell'apparecchiatura stessa".
Siamo noi a non aver capito bene il problema?
Come si conciliano le due affermazioni tanto diverse ?
Come possiamo difenderci da tali accadimenti?
Cosa dicono le norme CEI? Cercheremo di dare una risposta appena troveremo un po' di tempo per farlo.

SPD, INSTALLAZIONE PERICOLOSA ? LA Norma CEI 81-10 non esaurisce il problema, n.1

Quando si valuta il rischio di una struttura dovuto alle sovratensioni da fulminazioni, per decidere o meno l’installazione di LPS e SPD a sua protezione, non si prende in debita considerazione il rischio legato alle difficoltà che si incontrano nella corretta progettazione del sistema di difesa, stante la complessità della materia e la scarsa diffusione dei tanti principi/concetti/definizioni, su cui essa si fonda.
Agli effetti pratici, cioè dei risultati, tale considerazione non può essere trascurata.
Oggi a proposito di prescrizioni di installazione di "scaricatori di sovratensione estraibili" in un manuale di una importante società ( che non voglio citare ), un po’ datato ma certamente ancora valido e interessante, si legge quanto segue: " ….. Non possono inoltre essere installati in locali che presentano rischi di incendio o di esplosione. … ".
Una tale affermazione conforta il mio pensiero, per il quale le valutazioni che si fanno e le azioni che ne conseguono in proposito possono ottenere in misura significativamente, dal punto di vista probabilistico, non trascurabile effetti contrari a quelli desiderati : più insicurezza e meno sicurezza.
Vale cioè il principio che la regola d’arte è altra cosa dalla pedissequa applicazione di regole codificate nelle norme tecniche ( CEI ), che pur sono necessarie.
Restiamo in attesa del significato vero di quella che ci sembra una grave affermazione, che abbiamo letto con sconcerto nel manuale e che abbiamo riportato più sopra in grassetto.
Se gli scaricatori di sovratensione possono innescare incendi al punto di doverlo chiaramente denunciare, perché non se tiene debito conto nella valutazione del rischio che andiamo a fare?
Perché di un tale importante problema non se ne parla proprio?

mercoledì 14 gennaio 2009

Cavi H07RN-F o LSOH nei tendoni per sagre. REGOLA D'ARTE O NORME CEI ?

Premesso che per luoghi molto simili a quelli di cui si tratta si richiede l'uso di cavi LSOH, cioè rispondenti alle norme CEI 20-22 ( NPI ) e CEI 20-37 ( a bassissima emissione di ….. ), quando non si è in presenza di sistemi di rivelazione incendi, pur tuttavia per la specifica applicazione descritta mi sembra che l'utilizzo del cavo H07RN-F possa essere tollerata, in quanto anche se non proprio rispondente al dettato della norma vigente, potrebbe rispondere alla regola d'arte.
Il progettista potrebbe a mio avviso tener conto infatti di tutte le condizioni al contorno che definiscono il rischio. Tra queste ne elenco alcune di significative:
la scarsa quantità in gioco di materiale combustibile ( il cavo );
la caratteristica della conduttura costituita da un solo cavo; è sufficiente pertanto la caratteristica di autoestinguenza;
la rispondenza del cavo H07RN-F alla norma CEI 20-35, quindi è autoestinguente;
le qualità speciali del cavo H07RN-F : presenza di ottime caratteristiche meccaniche in relazione all'uso che ne viene fatto ( montaggio e rimontaggio ), come di resistenza all'acqua e all'umidità.
Ritengo che rientri nella discrezionalità del progettista, ritenendolo opportuno dopo aver considerato con attenzione le effettive condizioni di utilizzo e al contorno, dichiarare idoneo l'utilizzo del cavo H07RN-F per la specifica applicazione.
Rientra sempre nella discrezionalità del progettista rendere note analiticamente le ragioni della sua scelta. Sarà cura del progettista descrivere tutte le considerazioni svolte a giustificazione della sua scelta per iscritto in un documento riservato ( una sorta di "fascicolo tecnico" da riferire al progetto ) da esibire obbligatoriamente solo in caso di contestazione ufficiale.
Applicando la regola d'arte a maggior ragione il progettista deve invece chiaramente indicare le eventuali limitazioni d'uso.
Aspettiamo osservazioni.

sabato 10 gennaio 2009

NORME CEI Quale controllo? Lettera aperta al presidente del Comitato Elettrotecnico Italiano, CEI, e al presidente dell'AEIT

NORME CEI Quale controllo? Lettera aperta al presidente del Comitato Elettrotecnico Italiano, CEI, e al presidente dell’Associazione Elettrotecnica Italiana, AEIT
Egr. Sig.ri Presidenti,
nell’introduzione alla norma CEI EN 62305-3 ( norma CEI 81-10/3 ), nella stessa e unica pagina che la costituisce, mi sono imbattuto in tre gravi errori di grammatica: soggetto al plurale e corrispondente verbo coniugato al singolare. Altri numerosissimi errori ( anche sul contenuto tecnico e gravi ) all’interno del documento nel suo insieme non mancano. Come professionista utente della norma e anche come ex insegnante di materie tecniche me ne vergogno molto.
Quello che ci lascia pochissimo tranquilli ( sento di interpretare il comune pensare dei colleghi ) è la considerazione che se, come l’evidenza rende conto, non esiste un serio ed efficace controllo su un documento importantissimo come l’introduzione, non possiamo sperare sia stato eseguito da parte del nostro comitato nazionale un miglior controllo sull’impostazione dell’intero pacchetto normativo e sui contenuti dei singoli articoli.
Affido al mio blog questa denuncia. Non si sa mai che ne possa ricavare maggior attenzione di quanta ne abbia ottenuta fino ad oggi .
Chiedo ad entrambi di promuovere la pubblicazione di questa mia sulla rivista AEIT per l’opportuna diffusione.
Nella speranza che lo spirito del mio intervento non sia frainteso, porgo
distinti saluti
Giancarlo Tedeschi