sabato 18 novembre 2017

Approfondimenti per la scelta degli interruttori automatici di BT


In un testo in mie mani peraltro molto ben fatto, nella mia edizione, marzo 2006, si espone un esempio di progettazione di una cabina di trasformazione MT/BT. Le caratteristiche del trasformatore a perdite normali in olio ( Pn 630 kVA, ucc  6%, Pcc 6,75 kW ) sono tali da mettere in gioco un cosfi della sua impedenza di corto circuito pari a 0,18.

Mettendo in conto anche l’impedenza dei cavi di collegamento al quadro di BT e configurando i cavi in maniera tale da presentare la reattanza inferiore, il cosfi dell’impedenza che determina la corrente di corto circuito trifase non raggiunge 0,19.

Più circostanze potrebbero determinare un cosfi inferiore: perdite di corto circuito del trasformatore inferiori a quelle di targa, vcc superiore a quella di targa, macchina fredda e quindi avvolgimenti del trasformatore non a 75 °C.

Il testo nel dimensionare gli interruttori automatici da installare nel quadro fa rifermento ad una corrente di corto circuito a valle del TR pari a 15,2 kA e nello schema del quadro BT si richiede per l’interruttore di macchina e per quattro interruttori 4P di linea magnetotermici scatolati una Icu pari a 25 kA, per un interruttore magnetotermico differenziale modulare , 4P , 17 kA e per due interruttori magnetotermici bipolari differenziali modulari 10 kA.

Poiché il potere di interruzione degli interruttori è definito per un certo valore del cosfi, quello di prova normativamente definito, e poiché tale cosfi vale per gli interruttori scatolati con potere di interruzione compreso tra 20 kA e 50 kA  0,25, risultando il cosfi del circuito in esame di massima pari a 0,19 , gli interruttori proposti non sembrano adeguati.

A maggior ragione si pone il problema per l’interruttore magnetotermico differenziale in quanto per esso il cosfi di prova vale 0,3.

Anche per gli interruttori modulari differenziali bipolari in prima battuta il problema di una scelta inappropriata si potrebbe sollevare  Nel contesto in cui ci si è posti di una breve distanza tra il trasformatore e il quadro di BT, valutando cioè  in 6 m la lunghezza dei cavi BT ( trasformatore-quadro BT ) in base alla planimetria resa disponibile, la riduzione del valore della corrente di corto circuito a 10 kA come previsto necessiterebbe di almeno 1m di conduttore di cablaggio da 4 e/o da 2,5 mm2 di sezione.  Il che non risulta certo di immediata evidenza per il caso in esame.

Le osservazioni che ho esposto vogliono ricordare anzitutto che si deve mantenere un atteggiamento  sempre molto vigile nei confronti dei documenti normativi come nei confronti dei testi autorevoli, in quanto qualche approfondimento importante può sempre risultare necessario .

Inoltre quanto proposto mette in evidenza come non sia mai da trascurarsi la presenza di un tecnico capace, che conosce la materia e in grado di effettuare i calcoli con la dovuta precisione. Ciò riduce la possibilità di cadere in errori dalle conseguenze costose e può consentire al contrario significativi risparmi.


martedì 7 novembre 2017

Ma quale è veramente la vcc dei trasformatori?

Un errore contenuto in una recentissima Guida alla progettazione degli impianti elettrici edita da una importante multinazionale ? Il dettaglio in :
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