lunedì 19 ottobre 2009

GUIDA CEI 17-97/1 - Selettività delle protezioni. Quale consenso?

GUIDA CEI 17-97/1 – Selettività delle protezioni. Quale consenso ?
Già nel 2008 è avvenuta la pubblicazione della Guida CEI 17-97/1 per la scelta delle protezioni contro il cortocircuito negli impianti industriali a bassa tensione a partire dalle caratteristiche nominali di cortocircuito. Oggi viene posto in inchiesta pubblica il testo originale inglese della parte seconda, che tratta la selettivita' nelle condizioni di sovracorrente tra dispositivi di apparecchiature di manovra e di comando a bassa tensione. Come già la prima parte, anche la seconda parte riprende le definizioni dei termini applicabili. Questa inoltre fornisce esempi di verifica della selettivita' con lo scopo di : a) evitare distacchi di alimentazione non dovuti a cattiva progettazione con costi impropri; indicare soluzioni piu' economiche di ridotta selettivita', quando giustificato.
Abbiamo colto con molto interesse il passo compiuto dal CEI di voler proporre in inchiesta pubblica il nuovo documento non per un mese, come forse dovuto, ma per ben due mesi. Infatti così ho letto:
"Visto l'interesse con cui era stato accolto il progetto in inchiesta pubblica della parte prima, che aveva ricevuto interessanti osservazioni poi recepite nella pubblicazione ufficiale CEI, anche questa parte seconda rimane disponibile sul sito CEI per un periodo di due mesi, in modo che ne sia possibile la lettura dal maggior numero possibile di interessati."
Mentre ci complimentiamo con il CEI per la felice iniziativa, non possiamo non ricordare che se veramente il CEI avesse a cuore o meglio volesse dimostrare di avere a cuore il contributo di un commento del maggior numero possibile di interessati ad un licenziamento partecipato del testo definitivo della guida, lo stesso si dovrebbe sforzare : a) di presentare al pubblico nazionale il testo tradotto in italiano, b) di consentire agli interessati ad un commento di stampare i documenti, in quanto a tutti sicuramente non possono sfuggire le difficoltà che si incontrano ad intervenire con delle note a margine sui documenti disponibili solo a video.
Solo un simile atteggiamento del CEI testimonierebbe una sua vera apertura al consenso e alla trasparenza nella conduzione del processo di sintesi dei contenuti normativi, rispondendo così alla sua natura istitutiva.

venerdì 9 ottobre 2009

Commenti alla norma CEI 0-15

Ho sostenuto con validi argomenti più volte che si ha la sensazione, quasi la certezza, che alcuni costosi documenti pubblicati dal CEI siano stilati da una unica persona e che non subiscano revisione alcuna da parte di altri esperti prima delle loro pubblicazione.
Ho dovuto procurarmi e leggere per lavoro la costosa norma CEI 0-15, Manutenzione delle cabine elettriche MT/BT dei clienti finali/utenti. Nella prefazione ho notato due errori. Si sa che gli errori possono sfuggire a tutti e siamo i primi a commetterli. Per questo nel mio studio i documenti da licenziare vengono di solito sempre letti da una seconda persona, proprio per evitare che errori banali possano sfuggire. Sembra però di notare, e non è come ho già detto la prima volta, che documenti del CEI siano pubblicati senza che una seconda persona li legga e li corregga. Non può essere infatti che un tecnico di normali capacità e competenze non si avveda che nelle prime sei righe della prefazione sono presenti ben due errori.
Ecco il testo della prefazione: " La presente Norma è stata preparata per prevenire guasti nelle cabine MT/BT dei clienti/utenti finali che potrebbero essersi determinati, per carenza o assenza di adeguata manutenzione, alle apparecchiature e ai componenti dei relativi impianti elettrici ed agli edifici che li ospitano. Si premette, inoltre, che le cabine elettriche considerate nella presente Norma sono quelle costruite secondo la regola dell’arte, ovvero secondo le Norme CEI pertinenti ed in vigore all’epoca della loro costruzione."
Ecco gli errori. La ‘consecutio temporum’ del primo periodo è errata, se non inappropriata. Il secondo grave errore, in cui i normatori nella stesura di altri documenti sono già incorsi, è quello di confondere o meglio di considerare equivalente la regola d’arte alle norme CEI, quando si sa, perché la legge 186/68 esplicitamente lo dichiara, che la regola d’arte è nettamente superiore alle norme tecniche del CEI.
Un terzo errore sarebbe quello di attribuire un alone di divinità alle norme tecniche, tanto da scriverne il nome con la lettera maiuscola. Non credo che all’estero si faccia niente del genere e che ciò giovi ad acuire lo spirito critico dei tecnici, invece auspicabile.
Se ne avremo il tempo commenteremo in futuro anche altri passi della norma.