sabato 23 ottobre 2021

La scelta degli interruttori automatici nella nuova edizione della norma CEI 64-8

La nuova edizione della norma CEI 64-8 ha accolto solo parzialmente le nostre osservazioni. Ciò relativamente all'articolo 533.3.2 della norma che tratta della scelta degli interruttori automatici di protezione. Nella parte commenti relativa all'articolo 533.3.2 si legge oggi quanto di seguito riportiamo.

”Commento 533.3.2 

Gli apparecchi di protezione per la protezione dal cortocircuito devono essere conformi ai requisiti delle norme CEI che trattano interruttori automatici e fusibili, ma deve essere tenuto in  considerazione  anche  che  le  condizioni  di  installazione  negli  impianti  possono  essere  diverse da quelle previste in quelle norme, in particolare con riferimento a:

•    Il fattore di potenza della corrente di corto circuito, in un sistema a corrente alternata in un  impianto,  può  essere  inferiore  a  0,2,  valore  minimo  previsto  dalle  norme  di  prodotto  (Interruttori) per la prova di cortocircuito in apertura;

•     La riduzione della componente c.a. e c.c. della corrente di cortocircuito. La conseguenza è che il rapporto tra il potere d’interruzione nominale limite di cortocircuito Icu ed il potere di chiusura nominale in cortocircuito Icm corrispondente, nelle normali condizioni dei sistemi di distribuzione, può essere inadeguato. In questi casi, gli interruttori automatici devono essere scelti in base al loro potere di chiusura Icm potere di chiusura nominale in cortocircuito. (short-circuit making capacity), anche se il loro potere d’interruzione nominale, riferito alle condizioni normali, può risultare superiore a quello richiesto dalla effettiva applicazione. 

Si  suggerisce  inoltre  di  consultare  il  costruttore  dell’apparecchiatura  per  avere  maggiori  informazioni."

Non è stato modificato il testo proposto in bozza: alla fine il verbo interloquire è stato sostituito con il verbo consultare. 

La nuova edizione della norma CEI 64-8 ha accolto solo parzialmente le nostre osservazioni anche  relativamente all'articolo 434.3.3 della norma che tratta della scelta dei condotti sbarra, che nella parte commenti recita : "Valori di Icw minori della corrente di cortocircuito presunta sono accettabili, a pari I2t, se il valore di picco della corrente di cortocircuito presunta non supera quello tollerabile indicato dal costruttore del sistema di condotto sbarre o di binario elettrificato. In alcune situazioni (per es. in vicinanza di trasformatori di potenza e/o di generatori) il fattore di potenza della corrente di cortocircuito presunta da considerare è, al contrario di quanto avviene in  altre  più  frequenti  situazioni,  inferiore  a  quello  di  prova  convenzionale  dei  condotti  sbarra  definito in base all’Icw. In queste situazioni o equivalenti la corrente nominale di tenuta al picco del sistema di condotto sbarre o di binario elettrificato non deve essere inferiore al valore di picco della corrente di cortocircuito presunta, fatti salvi gli effetti di limitazione, dell’eventuale dispositivo di protezione posto a monte".

E' chiaro che per entrambi i casi  richiamati si tratta di finalmente almeno allarmare i progettisti, i quadristi e i collaudatori sul problema dei cosfi della corrente di cortocircuito presunta. Tali cosfi sono spesso troppo bassi relativamente alle condizioni dell'installazione di interruttori di protezione, di condotti sbarra e di barrature di quadri elettrici importanti. I cosfi da contrastare sono inferiori a quelli di prova in apertura, in chiusura degli interruttori e a quelli utilizzati per la prova di tenuta dei condotti sbarra/barrature.

 A nostro avviso non si elimina il rischio per i progettisti di cadere in scelte errate. Inoltre ogni responsabilità resta in prima battuta tutta in capo ai progettisti, quadristi e collaudatori.  Comunque un segnale di attenzione è stato almeno comunicato.

E' bene a scanso di pesanti responsabilità che i progettisti, i quadristi e i collaudatori per le applicazioni "critiche" si dotino di consenso scritto dei costruttori degli interruttori e dei condotti sbarre e barrature. 

martedì 27 aprile 2021

ANCORA SULLA SCELTA DEGLI INTERRUTTORI A VALLE DEI TRASFORMATORI MT/BT ( a regola d'arte ! )

 Ogni possibile aggancio con il problema del cosfi viene accuratamente evitato. Ad esempio consideriamo il quaderno ABB dal titolo “Cabine MT/BT: teoria ed esempi di calcolo di cortocircuito” e l’esempio svolto a pag. 14.

Si svolge il calcolo della corrente di cortocircuito a valle di un trasformatore con Pn pari a 400 kVA.  

A pensar male si può pensare che per non incorrere nel fatto di dover ammettere che è diffusa e concreta la possibilità di imbattersi nella situazione imbarazzante, per cui il cosfi per cui sono abilitati gli interruttori in quanto a potere di interruzione, non copre anche i casi più comuni come quello presentato, si attribuisce al trasformatore una caratteristica speciale senza dichiararlo.

Le perdite nel rame sono dichiarate pari al 3%. Tale valore incide proporzionalmente sul valore del cosfi della corrente di cortocircuito.

I trasformatori in olio presentano però in genere perdite pari a 1,35 % se a perdite normali e pari a 1,07 se a perdite ridotte.

Se si fossero adottati i normali valori di perdite il cosfi della corrente di cortocircuito, valutata in circa 15 kA, a macchina calda sarebbe risultato circa 0,35 nel caso di perdite normali e pari a 0,29 nel caso di perdite ridotte. Nel secondo caso essendo gli interruttori con poteri di interruzione compresi tra 10 e 20 kA abilitati per cosfi pari a 0,3 e non inferiori, non potrebbero essere adottati.

A impianto freddo il fenomeno è esaltato ed entrambe le situazioni diventano non accettabili dal punto di vista che abbiamo considerato.

Le cose peggiorano nel caso si considerino trasformatori rispondenti per classi di efficienza alla più recente norma CEI EN 50588-1.

Per i trasformatori in resina le cose peggiorano in quanto le perdite nel rame aumentano di poco, mentre la tensione di cortocircuito aumenta del 50 %.

Si dovrebbe ricorrere pertanto all’adozione di interruttori con prestazioni superiori a quelli che ordinariamente ammissibili.

Possibilità che a scapito della sicurezza non si vuol ancor oggi introdurre e la norma CEI non ci aiuta.  

In capo a chi la responsabilità di una scelta errata che pare accettata anche dalla norma ?