domenica 2 novembre 2008

-L'IMPIANTO DI VERIFICA DELLA NORMA CEI 81-10 E' INCONSISTENTE, n. 2 - ECCO LA DENUNCIA

Ecco il testo della lettera inviata al presidente AEIT. Sono ancora in attesa di risposta.

Oggetto: considerazioni sulla scarsa credibilità di alcuni aspetti della norma CEI 60305, parte 2 relativa alla verifica della protezione delle strutture contro i fulmini

Già nel passato, in qualità di socio AEI, ho espresso sulla nostra rivista le mie perplessità sul rigore scientifico di alcuni contenuti della norma CEI all’epoca vigente sulla protezione delle strutture contro i fulmini.
Oggi, a più di un anno dalla pubblicazione delle nuove norme EN 60305, propongo alla comunità dei tecnici interessati all'argomento di considerare la validità di questa affermazione: il metodo per la valutazione del rischio di perdite di vite umane che la norma suggerisce nella sua parte 2 non presenta, con riferimento a strutture soggette a controllo dei Vigili del Fuoco o comunque con pericolo di incendio, il dovuto rigore scientifico.
Considero la formula, che consente di valutare per una struttura la componente di rischio dovuta alla sua fulminazione diretta e che riguarda i danni materiali causati da possibili conseguenti scariche pericolose al suo interno:
[1] RB= Ng x Ad x Cd x Pb x rp x hz x rf x Lf
Per tutte le grandezze e i coefficienti Ng, Ad, Cd, Pb, rp, rf e Lf la norma consente di eseguire il calcolo o la scelta sulla base di un ventaglio di situazioni, che tiene conto, pur semplificando, della complessa articolazione con cui la realtà si può presentare. Sintetizzando al massimo: Ng , densità di fulmini al suolo in 1/(km2 anno) ( valori proposti 1.5, 2.5, 4); Ad, area di raccolta dei fulmini in km2 ( con formula o con metodo grafico ); Cd, coefficiente di posizione ( valori proposti 0.25, 0.5, 1,2 ); Pb, efficienza del sistema di protezione, LPS, ( valori proposti 1, 0.2, 0.1, 0.05, 0.02, 0.01, 0.001); rp, coefficiente relativo alle misure applicabili atte a ridurre le conseguenze dell'incendio, ( 1, 0.5 e 0.2 ); rf, coefficiente di riduzione in funzione del rischio d'incendio (1, 0.1, 0.01, 0.001) per carichi di incendio compresi tra valori assegnati (carico di incendio doppio, rischio 10 volte maggiore!?); Lf, valutazione media della perdita di vite umane per la struttura attraverso indici convenzionali o una formula per un calcolo più accurato.
Tra i fattori nella formula in esame [1] compare anche il coefficiente hz, che incrementa l'ammontare relativo della perdita dovuta a danno materiale in presenza di pericoli particolari. Ad esempio, per "Pericolo per strutture circostanti e per l'ambiente" hz vale 20, per "Contaminazione dell'ambiente circostante" vale 50, in assenza di pericoli particolari vale naturalmente 1.
Nell’incontro che ho avuto con alcuni colleghi il giorno 21 febbraio 2008 presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri di Padova ho illustrato come per ogni coefficiente/grandezza sia in genere adottata una sovrastima cautelativa, che in condizioni ordinarie ho cercato di quantizzare con obiettività.
Ho inoltre considerato virtualmente attivo e pari ad 1 il coefficiente ps presente nella precedente edizione della norma CEI 81-4, oggi incomprensibilmente scomparso. Tale coefficiente teneva conto del fatto che in strutture realizzate in cemento armato o in ferro, i fulmini eventualmente captati potevano essere drenati a terra senza inconvenienti particolari, con probabilità diverse a seconda delle interdistanze tra i pilastri.
Si può facilmente notare, per concludere, come moltiplicando tra loro tutti i coefficienti di sicurezza che mediamente ai singoli fattori della formula [1] si possono attribuire, il fattore di sicurezza globale che ne consegue valga circa 200. Pertanto si può affermare che quando eseguiamo una verifica della protezione delle strutture contro i fulmini e perveniamo come spesso accade, dopo aver adottato poche o tante cautele, ad un valore di poco inferiore al rischio tollerabile indicato dalla norma ( 10-5 ), tale valore calcolato ha scarsissima probabilità di risultare significativo, in quanto l’entità del rischio ben più vicina a quello plausibile risulta circa 200 volte inferiore. Se il calcolo con la formula [1] fornisce, ad esempio, RB pari a 0,9 x 10-5, un valore ben più probabile è invece 0,45 x 10-7, che è tutt’altra cosa.
Ritengo di riuscire a pubblicare le considerazioni, peraltro molto semplici e intuibili, sull’entità dei coefficienti di sovrastima mediamente efficaci sui fattori della formula [1] in un prossimo numero della rivista "Galileo", edita dal Collegio degli Ingegneri della provincia di Padova, che non unica, ma senz’altro rara non mi ha mai negato fino ad oggi ospitalità.
Credo pertanto che la procedura da anni vigente nelle norme tecniche per verificare l’efficienza delle cautele da adottare o delle cautele adottate perda molta parte della sua credibilità.
Chiedo sia approfondita in tempi congrui presso le sedi competenti la rispondenza al vero di questa mia ultima affermazione vista la rilevanza dell'argomento, che tratta di sicurezza da un lato e di grandi investimenti dall’altro.
Chiedo di pubblicare la presente lettera sulla nostra rivista per l'opportuna diffusione, ritenendo che i limiti presenti nei documenti tecnici normativi ufficiali non debbano essere gestiti in maniera troppo riservata, in quanto un simile atteggiamento risulterebbe contrario alla divulgazione della vera cultura della sicurezza, che tutti abbiamo molto a cuore.
Fiducioso nella più ampia collaborazione dell’Associazione, porgo
distinti saluti
Padova, 7 marzo 2008

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