Norma CEI 64-8 - Variante V4 - Proposta
Perché dai cataloghi tecnici con l’indicazione della
categoria di prestazione e della tensione di riferimento del potere di
interruzione simmetrico nominale non viene più indicatoda molti anni ormai
anche il valore del cosfi al di sopra del quale lo stesso potere di
interruzione risulta applicabile ?
Molti anni fa, come ho già documentato ( vedi catalogo Sace
Novomax CAT 3-7 5-1985 ), questa importante indicazione veniva data dal
costruttore ad evitare un uso improprio e soprattutto pericoloso degli
interruttori automatici.
Non si capisce come a fronte:
-
di una conferma dell’esistenza del problema ad alto
livello e da molti anni ormai ( rivista AEIT ),
-
di una conferma in più occasioni sempre ad alto livello
che il progettista è il responsabile di eventuali scelte errate e pericolose (
rivista AEIT ),
-
dell’esistenza di molte situazioni, sempre più
frequenti ( ad es. fotovoltaico ) e relativamente anche con non elevate potenze
di impianto ( 800 kVA, perdite ridotte ), in cui il problema si pone,
-
della facilità, con cui si potrebbe risolvere il
problema ( informazione diffusa da parte delle categorie interessate;
inserimento di un segnale di attenzione specifico nella norma CEI 64-8;
reintroduzione nei cataloghi dell’indicazione dei cosfi di riferimento,…. ),
nulla si sia fatto fino ad oggi dalle autorità preposte e
coinvolte per ridurre il rischio di danno alle persone e alle cose associato a
tale sorprendente situazione.
Quali sono le forze misteriose che si oppongono ad una
facile e immediata possibile riduzione di un rischio così palese ? Come si
spiega che tutte le categorie coinvolte tacitamente accettano e non denunciano
con forza una tale situazione. Cosa c’è che non va nel meccanismo di formazione
delle nostre norme tecniche.
E’ vero che se le norme di prodotto relative agli
interruttori automatici sono elaborate solo o quasi dai costruttori, che non
hanno certo interesse ad ammodernare le loro sale prove, è vero anche che nel
Comitato Elettrotecnico Italiano i professionisti e le associazioni di
categoria coinvolte (purtroppo forse in numero troppo esiguo) potrebbero agire
nell’ambito del comitato della norma impianti ( CEI 64-8 ) e costringere i
costruttori ad adeguare, in tempi si spera brevi, le prestazioni degli
interruttori alle attuali esigenze e ad eliminare così molte situazioni
pericolose di impianti non solo non realizzati a regola d’arte, ma potenzialmente
molto pericolosi.
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