martedì 10 maggio 2011

Ancora sulla scelta dell’interruttore automatico a regola d’arte ( buco in CEI 64-8 )

Ancora sulla scelta dell’interruttore automatico a regola d’arte ( norma CEI 64-8 )
La norma CEI 11-28 del maggio 1993 “Guida d’applicazione per il calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti radiali a bassa tensione”, di cui dispongo, propone a pag. 19 il calcolo della corrente di corto circuito trifase sulle sbarre a valle di un trasformatore da 400 kVA ( TR vcc 4%, perdite 1,15 %, alimentato da un sistema a 20 kV, 1,7 km, 3 x 1 x 150 mm2 ) per mezzo di due cavi in paralleo ( 5 m, 2 x ( 2 x 240 mm2 )).
Secondo i calcoli della Guida la corrente di corto circuito sulle sbarre risulta pari a 13,78 kA. La Guida calcola anche la corrente di picco che come sappiamo dipende dal cosfi. Il progettista deve infatti verificare che l’interruttore progettato per stabilire una certa corrente di cresta sia in grado di sopportare la corrente di picco che sull’impianto in esame si può stabile. Questo aspetto di una corretta progettazione è ripreso dalla letteratura in proposito esistente, in quanto la norma richiama esplicitamente il rischio di un uso improprio e pericoloso dell’interruttore.
Quel che la norma non fa e che la lettura non richiama è che il pericolo di un uso pericoloso sussiste anche se il cosfi, con cui si esprime la corrente di corto circuito in campo è inferiore a quello per cui il potere di interruzione ( PI ) dell’interruttore è definito dal costruttore e a sua volta individuato dalla norma sugli interruttori.
Nel caso proposto dalla norma il cosfi della corrente di corto circuito sulle sbarre interessate dal guasto risulta pari 0,296, minore del valore 0,3 che la norma degli interruttori associa al potere di interruzione degli interruttori con potere di interruzione compreso tra 10 e 20 kA. Sarebbe errato pertanto scegliere nella specifica applicazione un interruttore scatolato serie B con PI pari a 16 kA. La Guida non dice che il calcolo della reattanza dei cavi BT a valle del TR è stato condotto in base ad una disposizione reciproca dei cavi in parallelo particolare solitamente non messa in opera dagli installatori. Con la posa tradizionale il cosfi risulterebbe un po’ più basso. Anche con un trasformatore a perdite ridotte il rischio aumenterebbe. A maggior ragione l’installazione dell’interruttore con PI pari a 16 kA risulterebbe in tali situazioni contestabile, in quanto potenzialmente pericolosa. Attenzione progettisti e installatori !!
Non trovate che sia impensabile ( e inaccettabile ! ) che la norma proponga l’uso di interruttori che teoricamente per prestazioni non possono essere installati nella normalità degli impianti ( vedi esempio proposto dalla norma ) e che se installati possono procurare una pesante e costosa contestazione per non aver realizzato un impianto a regola d’arte.

Nessun commento: